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La donna degli alberi

Lorenzo Marone

Narratori Feltrinelli

“Poi mi ha detto che sono bella, e gli ho riso fin quasi sulla bocca, mi sembrava tutto ridicolo, come la musica che balli da sola nella stanzetta degli otto anni, e mentre lo baciavo mi chiedevo quanto sarebbe durato l’istante di dimenticanza che mi faceva apparire ogni cosa meravigliosa, quanto avrei pagato la mia docile resa”

Lorenzo Marone è riuscito a stupirmi. Anche questa volta. Soprattutto questa volta. Un romanzo intimistico e profondo che racconta di un’anima sola in cerca della propria salvezza.

La donna degli alberi, sconosciuta e senza nome, cammina fra i sentieri dell’alta montagna; parla con la Volpe e il Cane; ama ricambiata lo Straniero; diventa amica della Guaritrice; sorride alla Benefattrice. Dal mese di ottobre al settembre successivo, la donna si trasferisce in una baita di montagna, dove da bambina si recava in vacanza con i propri genitori. Qui inizia un percorso di emancipazione dalle paure di ogni giorno, dai rumori della città, da ciò che è superfluo e da tutte le aspettative irrealizzate. Un libro che rappresenta in realtà un viaggio interiore, uno sguardo a quell’inconscio che spesso cerchiamo di nascondere non soltanto agli altri ma anche a noi stessi.

Leggendo le prime pagine stentavo a riconoscere il Lorenzo Marone che ho conosciuto (e conoscevo) finora. Non troverete Napoli, le sue luci e il suo calore. Non incontrerete il brillante e divertente Mimì, il vecchio e cinico (ma solo in apparenza) Cesare Annunziata o l’onesta e determinata Luce. Piuttosto vi perderete nella calma dei boschi e dei suoi abitanti, osserverete da lontano il rifugio dello Straniero, scenderete a valle dalla Rossa mentre la Montagna, da lontano, vi guiderà in tutta la sua magnificenza.

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