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Il Caffè dei piccoli miracoli

Nicolas Barreau

Feltrinelli Editore

“Io credo nel lieto fine ed è l’unica cosa che abbia mai avuto senso per me” “Le piacciono le favole?” “Io dico che tutti abbiamo bisogno di un po’ di magia, non crede?” – da Tutto può accadere a Broadway (Peter Bogdanovich, 2014)

Nicolas Barreau comincia così il suo romanzo. Che effettivamente è una fiaba, un po’ magica e un po’ romantica, tra i quais di Parigi e le calli di Venezia, le due città per eccellenza dedicate agli innamorati.

Eleonore, per tutti Nelly, è la protagonista e, suo malgrado, ha una strana avversione per gli aerei dovuta alla morte dei suoi genitori per un incidente mentre si stavano recando a Zanzibar. Ha venticinque anni ed è cresciuta con l’adorata nonna bretone, ama la lentezza, passeggia e riflette, e soprattutto ama, di nascosto e in silenzio, il suo professore di filosofia, Daniel Beauchamps, un uomo più grande di lei e per giunta bruttino, di cui è l’assistente e con il quale prepara la tesi di laurea su Paul Virilio. Neppure per questo grande amore riesce a salire su un aereo per New York, dove è stata invitata proprio da Beauchamps, atteso a un convegno. La persona che la sostituirà distruggerà i suoi sogni: la collega italiana e fidanzatissima Isabella intreccerà una storia con Daniel, lasciando Nelly nella disperazione. Così dopo un brutto malanno che la tiene a letto per tutte le vacanze di Natale, la dolce Eleonore decide di partire per Venezia dove, a causa di una borsa caduta per errore nel Canal Grande, scoprirà non soltanto una delle città più belle del mondo ma anche l’amore, perché, come direbbe la nonna, Amor vincit Omnia.

Barreau firma un libro romantico, piacevole e scorrevole nella lettura con una trama semplice ma mai scontata. La descrizione dei luoghi è puntuale e dettagliata, il tono grazioso ed emozionante, con quel pizzico di magia che lo fa sembrare una favola d’altri tempi.

“Oplà!” esclamò sorpreso afferrando la giovane sconosciuta, ed ebbe la prontezza di riflessi di sorreggerla prima che cadesse a terra come la sua borsa rossa. Uno sguardo malizioso negli occhi scuri, un sorriso divertito che evidenziò i denti bianchissimi, un compiaciuto “Che bella signorina!” e Nelly inquadrò il tipo: il classico sbruffone italiano.

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